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FERRARI: X-FILES 5.0

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Dunque, cosa posso dire? Che eravamo tutti esaltati, gasati, entusiasti, euforici, eccitati, elettrizzati (e potrei continuare con tutti i sinonimi possibili ed immaginabili ma meglio che mi fermo qua) ad osannare, glorificare e acclamare l’arrivo del Campione più Campione del Mondo, Lewis Hamilton, Signore indiscusso della Formula 1 che ha vinto più di chiunque altro, pure dell’adorato Schumi. Copertine, foto, poster, collegamenti in diretta minuto per minuto per non perdere neanche un secondo dell’arrivo a Maranello, della prima prova in pista a Fiorano, dei test in Bahrein, delle prime parole in italiano – “Ciao, tutto bene, viva la Ferrari”- che per noi poveri tifosi mortali era come oro puro che usciva dalla bocca di Lewis. I lacrimoni agli occhi durante il mega show di presentazione londinese quando dal fumo rosso sono usciti gli Avengers, il nostro trio delle meraviglie composto Chef Vasseur e i suoi piccoli Remy Lewis e Charles (ascoltate la nuova hit dell’estate “Lasciat...

TOM HARRELL QUARTET. LA MUSICA OLTRE LA MUSICA.

Quel “ Thank   you ”   sussurrato, tremolante,   flebile e   timido, pronunciato con una vocina   che poteva sembrare quella di un bambino, mi ha sinceramente commosso. Due parole, così   semplici ma così cariche di emozione e fragilità :  la fragilità di un grande nome del jazz internazionale,   Tom   Harrell , trombettista e compositore   straordinario,   con una lunghissima lista di creazioni,   registrazioni,   collaborazioni ed esibizioni all'attivo,   malato fin da giovanissimo di schizofrenia .   La vedi tutta la sua sofferenza: sale sul palco   a passi lenti, ricurvo su se stesso, testa   bassa e   occhi bassi,   ogni movimento appare impacciato,   faticoso e   affaticato.   Ma quando inizia a suonare   è tutta un'altra storia! Si   assiste   ad una vera e propria   trasformazione!   Quella pesantezza determinata dalla malattia   si diss...

Dal jass degli Originals Dixielands jass band al jazz di Danilo Rea: storia e contemporaneità sul palco del Correggio jazz festival per i 100 anni dalla prima incisione jazz

Era un   “ suono nuovo ”   , come aveva affermato Louis Armstrong, quello di Nick La Rocca e della sua band, gli Originals   Dixieland   Jass Band, complesso musicale proveniente   dal New Orleans   e composto da cinque elementi:   Tony Sb arbar o alla batteria,   Alcide Nunez detto “Yellow”   al clarinetto, Eddie   Edwards al trombone, Harry   Ragas al pianoforte   e Dominic James “Nick” La Rocca   alla cornetta.   Dal New Orleans si sposta ro no a Chicago   e arriva ro no a New   York nel 1917 dove se li conteser o le due più importanti case produttrici di grammofoni a manovella   che volevano anche iniziare a farsi largo nel mercato della musica riprodotta,   la Columbia Gramophone Company e la Victor   Talking Machine   Company. Ebbe   la meglio la   Rca   Victor   Company, la quale   fece registrare alla band due facciate:   Livery Stable Blues e  ...

MAKE UP MON AMOUR !

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Meglio tardi che mai… Per fare cosa? Per imparare a truccarsi! Già, trent’anni suonati e finalmente ho imparato a usare i vari strumenti del makeup. Beh non esageriamo… ho iniziato ad avere un approccio con il magico mondo del make up, ma da qui ad avere conoscenza specifica dell’uso dei mille prodotti e accessori   che ne fanno parte, la strada è ancora lunga! Non sapevo nemmeno che esistesse un numero infinito di pennelli, pennellini, pennelloni di tutte le fogge e tutte le misure che vengono utilizzati dagli artirsti del make-up! Un vero arsenale! Definiamo il 23 febbraio come giorno X. Nell’era precedente al 23 febbraio sapevo impiastricciarmi con un po’ di crema, qualche ombretto colorato, la matita contorno occhi e il mascara. Sapevo dell’esistenza del rossetto ma a parte un gloss messo forse due o tre volte, non sono mai andata oltre. Risultato … beh, passabile ma niente di stratosferico. Mi è sempre piaciuto il mondo della cosmesi, quando entravo in profumeria mi sem...

SPIRIT, IL NUOVO ALBUM DEI DEPECHE MODE: UN VIAGGIO A RITROSO FINO ALLA DIVINA COMMEDIA DI DANTE.

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Attenzione: creano dipendenza! Dovrebbe esserci questo avvertimento sulla copertina dei dischi dei Depeche Mode: perché c’è troppo da sentire, troppo da capire, tante linee melodiche sovrapposte di cui godere. Più li ascolto più li ascolterei! Io ad esempio non riesco a sentire le loro canzoni in macchina… è un ascolto riduttivo, troppo distratto con troppi rumori di fondo che coprono la complessità melodica e strumentale dei DM. Questo valeva per i successi del passato - come "Walkin’ in my shoes" o "Wrong", le prime canzoni che mi vengono in mente -  e questo vale anche per il nuovo disco, “ Spirit ”, uscito il 17 marzo per la Columbia Records e già tanto discusso.  A me piace, punto. E’ un racconto disilluso della società moderna, una panoramica su una realtà desolante, una sintesi dello schifo che stiamo vivendo e che probabilmente continueremo a vivere. Lo abbiamo capito fin dal primo singolo “Where’ s the revolution” che alla base di questo al...